Valutazione dell'intensità dell'allenamento cardiovascolare
(articolo di Tommaso Donati)
Come rilevare la frequenza cardiaca
La frequenza cardiaca aumenta con andamento lineare all'aumentare del carico di lavoro (come il consumo di ossigeno), fino a raggiungere un livello oltre il quale non aumenta più (FCmax e ancheV02max) anche se il soggetto sotto sforzo riesce a sostenere un carico ancora maggiore per un po' di tempo. Perché sia realmente lineare la relazione tra consumo di ossigeno e frequenza cardiaca corrispondente a quella determinata intensità di carico, è necessario che questi valori siano rilevati durante la fase di equilibrio (steady state), il cui concetto viene qui sotto chiarito.
Quando una persona incomincia un esercizio, la frequenza cardiaca all'inizio cresce rapidamente e poi continua ad aumentare lentamente in un tempo tra i 3 e i 5 minuti, anche se il carico di lavoro è costante. A questo punto, se il carico di lavoro non varia,, si stabilizza e rimane costante (come il consumo di ossigeno), salvo variazione di pochi battiti, durante il resto dell'esercizio: questo è lo "steady state" o lavoro all'equilibrio. Questa è la fase in cui si ha uno stato stazionario di equilibrio tra l'energia richiesta dai muscoli per compiere lavoro e la produzione energetica da parte dell'organismo. Siccome in questa condizione le reazioni ossidative coprono completamente il fabbisogno energetico, un allenamento di questo tipo può, teoricamente, essere protratto per lunghi periodi dall'organismo.
E' evidente che nel programmare, monitorare e controllare l'efficienza di un lavoro aerobico, dal punto di vista pratico è fondamentale il rilevamento della frequenza cardiaca.
Per determinare la frequenza cardiaca possiamo:
• utilizzare un cardiofrequenzimetro come controllo di precisione in tempo reale del lavoro svolto;
• insegnare il controllo manuale come alternativa pratica e sempre a disposizione.
Principalmente durante i nostri test ed il nostro allenamento, rileviamo la frequenza cardiaca con il cardiofrequenzimetro.
E' un sistema avanzato di controllo del battito cardiaco che permette in ogni momento di sapere se il range di lavoro viene rispettato, fornendo un dato numerico molto preciso. I migliori comprendono una cintura toracica che funge da supporto al trasmettitore, il rilevatore-trasmettitore vero e proprio e il cardiofrequenzimetro con display ad orologio, adatto ad essere portato al polso o collegato alle macchine da cardio-fitness. Il trasmettitore funziona senza fili, permettendo la più ampia libertà di movimento e sul display è visualizzata in tempo reale la FC in bpm (battiti al minuto).
E' possibile, tramite segnali di avvertimento sonoro che vengono emessi dallo stesso apparecchio, sapere quando si supera il limite della propria FC utile o si è fuori dal proprio range di lavoro ottimale precedentemente impostato in memoria.
Con i modelli più sofisticati, al termine dell'esercizio è possibile, digitando le funzioni, fare apparire tutti i dati inerenti al lavoro svolto. Sono a disposizione per i rilevamenti anche cardiofrequenzimetri portatili meno complessi, anche se meno precisi, che funzionano impugnandoli tra le mani o applicando l'apposita sonda al lobo dell'orecchio. Dopo pochi secondi sul display appare il valore reale della frequenza cardiaca. Sono meno precisi perché possono venire influenzati da movimenti del soggetto (il valore rilevato varia in continuazione di alcuni battiti) oppure dalla concomitante presenza nelle vicinanze di altri apparecchi elettronici.
Non dimentichiamo il rilevamento manuale della frequenza cardiaca tramite palpazione. La manovra può sembrare relativamente semplice e scontata, ma per ottenere risultati precisi è necessaria un minimo di pratica.
La rilevazione delle pulsazioni può venire effettuata in una delle seguenti sedi:
• arteria radiale: nella sede anterolaterale del polso, direttamente in linea con la base del pollice;
• arteria carotide: sul collo, appena lateralmente rispetto alla laringe;
• arteria brachiale: all'interno della parte superiore del braccio, dietro l'inserzione prossimale del bicipite, al di sotto dell'ascella;
• arteria inguinale: alla piega dell'inguine, pochi centimetri sopra l'eminenza pubica.
Quando si determina il battito cardiaco con la palpazione, bisogna sempre avere le seguenti accortezze: usare la punta del dito medio e dell'indice, non usare il pollice perché possiede una propria pulsazione che potrebbe causare un errore di misurazione; quando si rileva nella regione carotidea, non applicare forte pressione, infatti i barocettori della carotide risentono di questa compressione e causano come riflesso un rallentamento del battito cardiaco.
Il cronometro va azionato simultaneamente al battito ed il primo battito va contato come zero. Si deve continuare a contare per un periodo di tempo predefinito (6, 10, 15, 30 o 60 secondi) e poi rapportare al minuto i battiti rilevati.
Per gli individui meno esperti può essere abbastanza difficile rilevare manualmente la frequenza cardiaca durante un test: il soggetto si muove e il polso può variare. Il valore più esatto, secondo gli esperti, si ottiene statisticamente prendendo il tempo di 30 battiti e utilizzando poi le tabelle di conversione. Una persona abituata a sentire il polso, sia alla palpazione sia all'auscultazione, ottiene valori molto vicini a quelli rilevati all'ECG, se il polso è regolare.
Se il dato serve per verificare l'intensità dell'allenamento, il rilevamento può essere fatto anche immediatamente e velocemente appena concluso l'esercizio. Questo metodo non è privo di errori, perché le pulsazioni tendono immediatamente a diminuire per l'instaurarsi del processo di recupero, ma si ritiene comunque un dato soddisfacente contare subito dopo lo sforzo le pulsazioni per 6 secondi e moltiplicarle ovviamente per 10 per ottenere i battiti al minuto. Altri studiosi ritengono praticamente corrispondenti a quelle durante lo sforzo le pulsazioni prese entro 15 secondi dalla fine dello stesso.(3)
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