Ipertrofia muscolare

( di Alessandro Locati Bodybuilding Italia Sport & Fitness)

Introduzione

In questo articolo proveremo a chiarire il significato della crescita muscolare.

Le teorie relative alla crescita muscolare definiscono che tale condizione organica si può determinare per ipertrofia o per iperplasia muscolare. Mediante ipertrofia la crescita avviene come conseguenza dell'ingrossamento delle cellule muscolari (una cellula muscolare è anche detta fibra muscolare), mentre per iperplasia la crescita muscolare si realizzerebbe mediante aumento del numero di fibre muscolari ossia di cellule muscolari.

Il processo di iperplasia si basa su quelle cellule muscolari (miociti), con riferimento alla loro posizione, all'esterno delle principali cellule muscolari. L'attuale teoria sull'iperplasia è che, in condizioni di esercizio fisico intenso, le cellule satelliti si potrebbero unire alle esistenti fibre muscolari e successivamente differenziarsi in nuove cellule muscolari.

L'attuale ricerca non è ancora in grado di fornire indicazioni certe inerenti questo affascinante processo di moltiplicazione cellulare; solo ultimamente, e in seguito a particolarissimi studi a cui sono stati sottoposti atleti nuotatori, sono emersi dati attestanti l'instaurarsi di questo processo fisiologico.

Le modalità secondo le quali si verificherebbe l'iperplasia sono:

presenza di cellule satellite in prossimità del tessuto connettivale intorno al muscolo;

rottura del tessuto stesso in seguito a intensa contrazione eccentrica;

fuoriuscita di sostanze stimolanti la miogenesi nelle cellule satellite (Insulin Growth Factor IGF 1 e 2).

La nascita di nuove fibre muscolari, avverrebbe dalle cellule satelliti grazie all'azione indotta dal IGF endogeno (da prove fatte si è dimostrato che l'IGF esogeno iniettato non determina nessun effetto positivo) in seguito alla rottura del tessuto connettivale e attraverso processi di miogenesi.

Questa teorizzazione non è comunque molto accreditata in ambito scientifico e non essendo riuscito a raccogliere materiale sufficientemente convincente mi limiterò ad esporre il meccanismo dell'ipertrofia muscolare.



Prima di addentrarci nella spiegazione specifica è necessario porre alcune importanti basi:

Cos'è il muscolo e quali sono le sue caratteristiche?

Un muscolo è costituito da fibre (cellule) unite da tessuto connettivo e poste parallelamente tra loro. Ogni fibra è formata da una membrana con più nuclei e da migliaia di filamenti interni, le miofibrille (il citoplasma della cellula) che hanno la stessa lunghezza della fibra. La lunghezza delle fibre varia da 0,05 mm a 30 cm. Il movimento del muscolo avviene grazie ai motoneuroni che vanno dal midollo spinale a un gruppo di fibre formando l'unità motoria. A seconda della funzione del muscolo interessato, un motoneurone controlla da una a migliaia di fibre.



Le miofibrille ricevono gli impulsi motori per mezzo delle unità contrattili che le compongono, i sarcomeri, costituiti a loro volta da due proteine filamentose, actina e miosina (le proteine responsabili dei fenomeni di allungamento e di contrazione in fase di movimento, oggetto dei processi ipertrofici), che scivolano l'una sull'altra telescopicamente durante la contrazione e il successivo rilascio dei sarcomeri.



Le fibre di un dato muscolo non sono tutte uguali le une alle altre: esse differiscono per dimensione, per colore, ma soprattutto per le funzioni. Le fibre muscolari sono differenziate da un componente della miosina in tre varietà isomorfe:

le fibre di tipo I (o STF, slow twitch, o fibre rosse, o fibre resistenti, o fibre a contrazione lenta),

le fibre di tipo IIa e IIx (o FTF, fast twitch, o fibre bianche, o fibre veloci, o fibre a contrazione veloce).

Le fibre II dette "bianche" sono in grado di accorciarsi a una velocità elevata e sono in grado di produrre maggiore forza esplosiva rispetto a quelle di tipo I.

Le fibre I dette "rosse" sono invece dotate di minore velocità e minore forza, ma hanno una più alta resistenza.



FIBRE ROSSE
(tipo I)

FIBRE BIANCHE
(tipo IIa)

FIBRE BIANCHE
(tipo IIx)

Velocità di contrazione
(posto un massimo del 100 %)

10%

55%

100%


Come si vede la velocità di contrazione delle fibre rosse di tipo I è un decimo di quelle bianche di tipo IIx mentre quella delle fibre IIa si situa in posizione intermedia. Per meglio capire cosa si intende per velocità di contrazione si deve sapere che essa deriva dal meccanismo di scomposizione dell'ADP nella miosina per ricavarne energia. Tale meccanismo di scomposizione può essere aerobico o anaerobico (con o senza intervento di ossigeno).


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