EXTRAROTATORI: piccoli muscoli di grande importanza

(articolo di Tommaso Donati)


Come mostra la figura della pagina precedente (fig. 4a), nell'abduzione (allontanamento laterale del braccio dal busto), scomponendo la forza del deltoide D, compare una componente longitudinale Dr, la quale, diminuita dalla componente longitudinale Pr, derivante dal peso P dell'arto superiore, viene ad applicarsi, come forza R, al centro della testa omerale. A sua volta questa forza R può essere scomposta in una forza Rc, che spinge la testa omerale nella cavità glenoidea ,e un'altra forza Ri, di maggiore entità, che tende a lussare la testa in alto e lateralmente. Quando i muscoli rotatori si contraggono (in particolare sottospinoso, piccolo rotondo e sottoscapolare), la loro forza risultante si oppone direttamente alla componente lussante R1 indotta dalla contrazione del deltoide, impedendo alla testa dell'omero di lussarsi in alto e lateralmente (come mostrato dalla foto in negativo della fig. 4a). La forza d'abbassamento Rm dei muscoli rotatori, insieme alla forza di elevazione D del deltoide, da luogo ad una coppia generatrice di rotazione che permette un'efficiente abduzione dell'arto superiore.

Il muscolo sopraspinoso, pur facendo parte della cuffia dei rotatori, ha un'azione prevalentemente abduttoria più che rotatoria (sebbene alcuni studiosi lo includano tra i muscoli extrarotatori): contribuisce cioè al movimento di allontanamento del braccio dalla linea mediana del corpo e quindi coadiuva ed aiuta il deltoide che, se costretto a lavorare isolatamente, si affatica ben presto.

Inoltre, come gli altri muscoli della cuffia, favorisce la coaptazione articolare. Infatti, come mostra la figura della pagina precedente (fig. 4b), quando inizia l'abduzione, la componente tangenziale del sopraspinoso E è proporzionalmente più forte di quella del deltoide Dt, ma il suo braccio di leva è più corto. La sua componente radiale Er spinge potentemente la testa omerale nella cavità glenoidea e contribuisce validamente ad impedire la lussazione verso l'alto che si verificherebbe sotto l'azione della componente radiale Dr del deltoide. Quindi, insieme all'abduzione, svolge un importante ruolo coattante, in sinergia con gli altri muscoli della cuffia. (4)

I concetti sopra esposti, possono apparire di difficile comprensione, ma, cercando di seguire il discorso nelle fig. 4a e 4b, osservando e ritrovando nel disegno l'insieme delle forze che agiscono a livello dell'articolazione scapolo-omerale, il funzionamento e l'azione dei muscoli periarticolari, risulta senz'altro di più facile lettura.

Molte sono le affezioni e patologie a carico della spalla e, buona parte di queste, possono essere determinate, o comunque favorite, da uno stato di debolezza e fragilità della cuffia dei rotatori.

Ad esempio consideriamo la sindrome da conflitto acromio-omerale, caratterizzata da un eccessivo attrito tra l'inserzione omerale del muscolo sopraspinoso e l'acromion della scapola che insorge nei movimenti di elevazione del braccio.

Ogni contrazione del muscolo deltoide a braccio pendente lungo il tronco, a causa della direzione delle sue fibre muscolari, determina un'ascensione dell'omero, che tende a comprimere le componenti capsulo-legamentose comprese tra la sua testa e l'acromion soprastante (vedi fig. 5).



Fig. 5. Sindrome da conflitto acromio-omerale: ascensione della testa dell'omero e compressione contro l'acromion della scapola.


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