Effetti fisiologici di un regolare esercizio fisico sul sistema cardiovascolare e sull'organismo
(articolo di Tommaso Donati)
Aumento della vascolarizzazione del cuore
Il flusso di sangue giunge al miocardio attraverso le arterie coronarie che si diramano dalla radice dell'aorta. Le coronarie sono visibili sulla superficie esterna del cuore che esse circondano a forma di corona.
Dalle arterie coronarie, per successive diramazioni, il sangue si distribuisce a tutto il miocardio. In seguito all'allenamento, l'ipertrofia del muscolo, si accompagna ad un aumento distrettuale della densità dei capillari. Questo fenomeno causa un miglioramento del flusso sanguigno destinato al cuore e svolge, quindi, una funzione preventiva nei confronti della malattia coronarica. Il miocardio è, infatti, un tessuto fondamentalmente aerobico e, a differenza degli altri muscoli scheletrici, possiede una limitata capacità di trarre energia dai processi anaerobici, per cui necessita continuamente di un adeguato apporto di ossigeno. Il cuore, usa l'energia derivante dai substrati, per la risintesi di ATP necessaria a sostenere il lavoro muscolare, basandosi quasi esclusivamente su reazioni aerobiche; le fibre miocardiche, infatti, sono le più ricche di mitocondri di tutto l'organismo.
Glucosio, acidi grassi ed acido lattico che si forma nei muscoli, rappresentano il substrato che il miocardio usa per il suo metabolismo. In pratica, il muscolo cardiaco, usa come sorgente energetica ciò che è maggiormente disponibile per cui, se in un lavoro intenso si ha un accumulo di acido lattico proveniente dai muscoli, il cuore ricava circa il 50% della sua energia dalla ossidazione dell'acido lattico, mentre, durante esercizi di resistenza della durata di alcune ore, esso ottiene il 70% dell'energia dalla ossidazione degli acidi grassi.
In seguito ad allenamento, sia il rifornimento di ossigeno e nutrienti, che la rimozione dei prodotti di rifiuto, risultano incrementati per la miglior vascolarizzazione garantendo quindi una migliore efficienza e mantenimento del metabolismo aerobico da parte del cuore.
Vari studi sostengono che, quando si ostruisce una diramazione coronarica che fornisce sangue ad un determinato distretto del muscolo cardiaco, la rete arteriosa può dare luogo ad aggiustamenti che consentono ad altri rami di fornire sangue alla zona colpita (adattamenti indotti dalla ipossia miocardica) con la formazione, da parte delle piccole arterie collaterali, di by-pass naturali che scavalcano la porzione bloccata dell'arteria e che queste capacità di adattamento sono esaltate da un regolare esercizio fisico.(10)
Altri studi confermano un aumento della densità capillare in risposta all'allenamento e, in esperimenti eseguiti su cani nei quali si era artificialmente occlusa un'arteria coronale, si è dimostrato che la vascolarizzazione collaterale è direttamente proporzionale alla quantità di esercizio eseguito.(11)
Alcuni autori ritengono che anche il calibro dei vasi coronari aumenti in seguito ad esecuzione di regolare esercizio fisico e che questo aumento favorisca, quindi, il flusso coronario.
Riduzione delle aritmie cardiache
Le aritmie cardiache o disturbi del ritmo dei battiti del cuore, possono causare gravi problemi cardiaci, incluso l'infarto e perfino la morte. E' stato evidenziato che la regolare pratica di esercizio fisico tende a ridurre la predisposizione del cuore a disturbi del ritmo.(12)
Il meccanismo fisiologico in gioco non è del tutto chiaro, tuttavia, esso può essere ricondotto ad una riduzione della produzione di adrenalina e di altre catecolamine.
Riduzione della pressione sanguigna
In seguito ad allenamento, la pressione arteriosa raggiunta dal sangue ad un dato carico di lavoro, diminuisce rispetto ai valori precedenti tale pratica. In particolare, come confermato da vari studi, negli individui ipertesi, si osservano riduzioni significative della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica anche allo stato di riposo.
Questo è molto importante perché, le condizioni di ipertensione, possono portare ad una situazione di sovraccarico funzionale per il cuore ed essere quindi, se non trattate, molto pericolose.
Nella figura 2-6 si nota come, l'allenamento continuativo all'esercizio, determina una diminuzione della pressione del sangue, specialmente negli individui ipertesi; dopo il condizionamento la pressione del sangue risulta diminuita, sia in riposo che durante l'esercizio.(13)
Figura 2-6
Sempre da studi concernenti l'effetto dell'esercizio sulla pressione arteriosa, si evidenzia che :
- Le persone che hanno uno stile di vita attivo hanno una pressione, sia sistolica che diastolica,
minore rispetto ai sedentari
- Generalmente, le persone che risultano in buona forma fisica al test ergometrico, hanno
pressioni (sistolica e diastolica) minori rispetto a soggetti che raggiungono scarsi risultati
- Si è evidenziato un miglioramento della pressione del sangue in pazienti coronaropatici
ipertesi in seguito ad allenamento di tipo aerobico della durata di 3-8 mesi; tale
miglioramento non è stato rilevato nel gruppo di controllo
Non si conosce con precisione il meccanismo responsabile della diminuzione della pressione arteriosa che segue il condizionamento fisico, ma un grosso ruolo è giocato dalla riduzione dell'attivazione simpatica e quindi dalla concomitante riduzione della concentrazione di ormoni (catecolamine) circolanti che comporta, a sua volta, una riduzione delle resistenze periferiche.
L'esercizio fisico può anche aumentare l'escrezione urinaria di sodio, il che induce una riduzione del volume dei liquidi corporei e quindi della pressione arteriosa.
Da tutto questo emerge che, nei soggetti ipertesi o coronaropatici, i vantaggi fisiologici derivanti dall'abbassamento pressorio dovuto all'esercizio fisico, sono tali da incoraggiare l'inclusione di quest'ultimo nella maggior parte dei programmi terapeutici intesi a controllare queste affezioni.
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