Silimarina - Cardo mariano

(di Alessandro Locati BodyBuilding Italia)

Cardo Mariano

Originario dei paesi Mediterranei , del sud della Russia e del Nord Africa, è naturalizzato in California e nell'Est degli Stati Uniti. Si trova allo stato spontaneo in aree desertiche secche e calde. Può anche essere coltivato nei giardini.
Pianta a carattere seminfestante, è particolarmente diffusa nell'area Mediterranea e principalmente nell'Italia del Sud e del Centro, più raramente nel Nord Italia. Si rinviene con una certa facilità nei campi incolti, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, tra le macerie. Il cardo mariano godeva un tempo di molta stima nella medicina popolare, stima che è andata via via sfumando ingiustificatamente. La pianta, infatti è ricca di virtù terapeutiche che la rendono preziosa in particolare nelle disfunzioni epatiche .

Ha infatti una lunga storia nella medicina popolare come tonico per il fegato . La silimarina contenuta nel cardo mariano ha dimostrato un effetto protettivo contro molti tipi di tossine chimiche, incluso l'alcool. Un estratto di cardo mariano è usato per migliorare la funzione epatica, proteggere contro i danni al fegato e accelerare la rigenerazione delle cellule epatiche danneggiate.

Il Sylibum marianum (Cardo Mariano), è stato al centro di numerosi lavori sperimentali che dimostrano l'attività Antiepatotossica dei flavolignani (bioflavonoidi) presenti tra i principi attivi (silimarina, silidianina e silicristina), solo recentemente isolati. E' comunque il termine silimarina a classificare i flavolignani, gruppo primario di isomeri chimici attivi del Silybum marianum. 
Queste molecole non erano mai state riscontrate prima in natura e sembrano derivare dall'unione di una molecola di taxifollina con una di alcool coniferilico. Hanno dimostrato una spiccatissima azione epatoprotettiva nei confronti di tossici quali il tetracloruro di carbonio, della galattosamina, le tossine dell'Amanita falloide (falloidina) e l'alcool. La silimarina e il suo isometro principale, la silibinina, hanno inoltre dimostrato di possedere proprietà antiossidanti prevenendo così la ossidazione dei lipidi e la distruzione delle membrane nelle celule. Prove in laboratorio e sperimentazioni cliniche hanno infatti provato che la silimarina possiede un effetto sulla membrana cellulare dell'epatocita impedendo o rendendo molto difficile la penetrazione di varie sostanze tossiche all'interno del fegato (attività membranotropa) e ne ostacola la degenerazione grassa e la necrosi della cellula. Fu dimostrato, inoltre, che porta ad un aumento della sintesi delle proteine negli epatociti con un incremento dell'attività del ribosoma RNA attraverso la polimerasi nucleolare A.  
La silimarina viene eliminata attraverso la bile, dopo un processo di solfo- e gluco-rono- coniugazione ed in piccola parte attraverso i reni.

Proprietà

Le Proprietàdella Silimarina

  • Blocco dei siti recettoriali di membrana (azione antagonista alla falloidina), sia cellulare che organulare e impedendo l'entrata ad altre sostanze tossiche;
  • Riduzione del ricambio dei liquidi di membrana, con effetto stabilizzante e inibizione della formazione di radicali ossidanti che possono sconvolgere le regolari funzioni della membrana stessa.
  • Stimolazione della sintesi di RNA a protezione del nucleo, facilitando i processi rigenerativi dell'epatocita nei casi in cui sia ancora possibile attendersi una reversibilità.
  • La silimarina, e gli altri flavolignani, sono molecole sprovviste di tossicità sia acuta che cronica, poco assorbiti a livello intestinale, la loro disponibilità può essere aumentata attraverso la formazione di complessi con la fosfatidilcolina. Altre proprietà sono quella antipiretica e simpaticolitica.
  • In presenza della silimarina, i tessuti usano meno glutatione (un enzima che riduce l'ossidazione), il che risulta in una minore diminuzione di glutatione. Il glutatione riduce l'attività dei radicali liberi, non solo nel fegato, ma in tutto il corpo.

Con tutto quello che il fegato deve filtrare tutti i giorni, non è una sorpresa che possa essere a volte sovraccaricato. Il cardo mariano può aiutare a ringiovanirlo e anche a proteggerlo dai danni futuri. Chiunque abbia avuto epatiti, cirrosi o alte condizioni del fegato dovrebbe aggiungere il cardo mariano come integratore. In effetti, non farebbe male se tutti lo prendessero abitualmente come erba tonica.

Precauzioni d'uso

La silimarina può avere un blando effetto lassativo dovuto alla stimolazione della cistifellea, ma questo effetto dura solo due o tre giorni e poi scompare. L'uso di questa sostanza dovrebbe essere evitata da coloro che hanno forti occlusioni alle vie biliari, a causa del fatto che la silimarina viene eliminata dal corpo attraverso dette vie.

Modalità d'assunzione

Distinguamo l'assunzione a scopi curativi da quella a scopi di mantenimento e prevenzione.

  • A scopi curativi: 400-600 mg di Silimarina trè volte al giorno, dopo i pasti
  • A scopo preventivo o di mantenimento: 200 mg al giorno, dopo il pasto

L'assunzione può prolongarsi anche per lungi periodi di tempo senza far rilevare alcun effetto collaterale.