Dieta Dissociata
Introduzione
Già nel 1931 si prestava particolare attenzione alle modalità digestive dei singoli nutrienti ed all'impatto degli stessi sulla salute intestinale e sul generale metabolismo, tanto da spingere il Dr.William Howard Hay, medico newyorkese verso l'identificazione di specifiche regole dietetiche.
Testate in primis sulla propria pelle, vista la contestuale presenza di una nefrite detta malattia di Bright, allora di difficile inquadramento terapeutico, queste regole dietetiche vennero riassunte nella nota dieta di Hay, successivamente tramandata come dieta dissociata.
Le basi di partenza
Considerando il periodo storico nel quale ci si muoveva, il Dr.Harry pose alla base della sua dieta la suddivisione degli alimenti in base all'ambiente intestinale necessario alla digestione.
Più precisamente lo stesso medico descrisse come:
- I carboidrati richiedessero, ai fini di una corretta digestione, un ambiente basico nel quale enzimi come la ptialina o le amilasi potessero svolgere la propria attività in condizioni ottimali;
- Le proteine invece richiedessero un ambiente acido, decisamente inferiore ai 7, sostenuto dalla importante secrezione di acido cloridrico, nel quale le varie proteasi potessero espletare la propria attività proteolitica.
Sulla base di questo assunto, fortunatamente successivamente smentito da numerosissime evidenze, il Dr.Harry sostenne che: “cibi ricchi di carboidrati richiedono condizioni alcaline per la loro completa digestione, pertanto non devono essere combinati con cibi acidi di qualsiasi tipo, anche frutta acida, perché l'acido neutralizzerà. Né questi devono essere combinati con proteine concentrate o alimenti ricchi in proteine, perché gli stessi aumentano troppo la secrezione di acidi durante la loro digestione nello stomaco”.
Successive evidenze tuttavia dimostrarono come la secrezione di proteasi ed amilasi potesse realizzarsi anche simultaneamente, soprattutto considerando il presupposto che alimenti come il grano, classicamente considerati “carboidrati” presentino in realtà anche quantità significative di proteine.
Le regole dietetiche
Sulla base dei suddetti presupposti e su successive rielaborazioni in termini fisiologici e biochimici della dieta di Hay, l'attuale dieta dissociata prevede alcune regole dietetiche molto ferree, per lo più legate alla particolare combinazione degli alimenti.
Più precisamente:
- Nello stesso pasto non devono essere consumati carboidrati amidacei con proteine o frutti acidi, come ad esempio gli agrumi;
- Mangiare prevalentemente frutta e verdura, preferibilmente lontano dai pasti.
Considerando l'origine vegetariana del Dr.Hay, queste dovrebbero costituire la parte principale della dieta;
- Mangiare proteine, amidi e grassi in quantità limitate, visti i complessi pattern digestivi;
- Evitare il consumo di alimenti raffinati e processati, a favore di cibi integrali;
- Intervallare i pasti con pattern digestivi differenti, di almeno 4-5 ore.
A queste regole di base se ne sono aggiunte altre, grazie anche all'avvento della cronodieta e delle più recenti evidente in merito di metabolismo e digestione.
Esempi classici sarebbero:
- Preferire il consumo di carboidrati nella prima parte della giornata;
- Evitare di associare nello stesso pianto alimenti proteici di natura diversa;
- Preferire il consumo di proteine nelle ore serali.
Esempio menù
Colazione: Yogurt magro e caffè
Spuntino: frutta di stagione o agrumi
Pranzo: piatto di carboidrati a scelta tra riso integrale, cereali, pasta integrale, patate o legumi
Possibile contorno di verdure non acide
Possibile condimento grasso con olio extravergine di oliva
Merenda: frutta di stagione o verdure a digestione acida
Cena: piatto di proteine a scelta tra carne bianca magra, pesce magro
Possibile contorno di verdure a digestione acida
Studi ed efficacia
Nonostante i concetti di teorici base, nonché i presupposti fisiologici della dieta dissociata, siano stati ampiamente smentiti e confutati, questo modello dietetico viene ancora utilizzato da molti professionisti, soprattutto per le possibili ripercussioni metaboliche ed ormonali.
Con particolare riferimento alla dieta di Hay la letteratura sembra concorde nel:
- Ritenerla inefficace nel stimolare il metabolismo ossidativo, misurato recentemente anche attraverso il quoziente respiratorio;
- Ritenerla inefficace nel determinare un miglioramento della composizione corporea;
- Ritenerla inefficace nel determinare miglioramenti della performance atletica.
Bibliografia
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