Dieta chetogenica

(articolo di Marco Medeot)


La Dieta Chetogenica fu studiata per la prima volta nel 1920 come trattamento medico per i bambini malati d'epilessia, e fu in seguito sostituita dai medicinali. Negli ultimi anni è stata ripresa con un certo interesse, soprattutto da quelle persone, come i bodybuilders, che sentono la necessità di smaltire il grasso in eccesso durante i giorni che precedono una gara.

Prima di descrivere il funzionamento di questa dieta è necessario comprendere come un alimento è digerito.

La Digestione

La fonte principale d'energia per il corpo è rappresentata dai carboidrati.

Durante un pasto, l'uomo assume diversi alimenti, costituiti solitamente da carboidrati, proteine e grassi.

La digestione ha inizio all'interno della bocca, dove gli enzimi cominciano a scomporre gli zuccheri. Poi il cibo giunge allo stomaco e subentrano altri enzimi e acidi, il cui compito è scomporre i grassi e le proteine. Infine, il cibo passa attraverso l'intestino, dove viene ulteriormente digerito e quindi assorbito all'interno del flusso ematico, per essere così trasportato verso i tessuti.

Ciò che non è assorbito e rimane inutilizzato, passa attraverso l'intestino crasso e viene espulso sotto forma di feci.

Se ci focalizziamo sui carboidrati, ci rendiamo conto che, ogni volta che li assumiamo nelle sue varie forme, essi saranno assorbiti dall'intestino, e scomposti in glucosio che, in questa forma potrà circolare nel sangue.

Ogniqualvolta una persona assume un pasto ricco di carboidrati, l'abbondante glucosio viene usato dal corpo come fonte principale per produrre energia (ATP). Ciò significa che i grassi (immagazzinati o assunti col cibo) non sono la fonte preferenziale di carburante se si segue una tipica dieta "High-carbs".

Gli organi principali utilizzano glucosio e così fanno i nostri muscoli quando i carboidrati sono la fonte principale d'energia.

Insulina

Quando il glucosio entra nel sangue, il pancreas viene stimolato a secernere un ormone, l'insulina, il cui compito principale è stabilizzare i livelli di zuccheri nel momento in cui questi aumentano vertiginosamente. Se non intervenisse quest'ormone, il corpo entrerebbe in uno stato d'iperglicemia dopo l'assunzione di un pasto ricco di carboidrati.

Un altro compito dell'insulina consiste nella sintesi degli acidi grassi e nel loro immagazzinamento. Quindi, quando i livelli d'insulina sono alti (il che accade circa 2-4 ore dopo l'assunzione di un pasto ricco di carboidrati) il nostro corpo immagazzina i grassi molto facilmente. Inoltre si corre il rischio di trasformare le proteine e i carboidrati in tessuto adiposo, mentre la lipolisi è drasticamente bloccata dalla presenza d'insulina.

Gluconeogenesi

Durante i normali periodi di digiuno, (3-4 ore tra i pasti) il pancreas secerne il glutagone, un ormone ritenuto antagonista dell'insulina. Il glucagone distrugge il glicogeno immagazzinato nel fegato, incrementando quello disponibile nel sangue per alimentare gli organi (principalmente il cervello, i reni e i muscoli). Dopo un digiuno protratto per 12-36 ore, il glicogeno immagazzinato nel fegato sarà esaurito. Se il digiuno è protratto per troppo tempo, il rischio cui si va incontro è una grave disgregazione muscolare, poiché il corpo comincerà ad utilizzare le proprie proteine per produrre glucosio (una sorta d'autocannibalismo). Questo fenomeno è conosciuto col nome di gluconeogenesi. La ragione per cui il corpo usa le proprie proteine per produrre glucosio è che, durante il lungo digiuno, non sono disponibili quelle proteine che altrimenti sarebbero assunte mediante il cibo.

Come funziona la dieta chetogenica >>