FEGATO: funzionamento e salute del fegato
(di Claudio Tiribelli e Stefano Bellentani. Fondo per lo Studio delle Malattie del Fegato)
(corsivo di Alessandro Locati BodyBuilding Italia )
Questo perfetto operaio può, ahinoi, ammalarsi molto più spesso di quanto pensiamo. La sua dimensione è tale che solo il 30% circa del fegato è necessario per svolgere le funzioni cui è sottoposto. Ne deriva che i primi sintomi di malattia epatica si manifesteranno solo quando più del 70% delle cellule epatiche sia stato in qualche modo danneggiato, cosa che richiede tempo. Inoltre il fegato è l'unico organo del nostro organismo che rigenera, cioè è in grado, come le code delle lucertole, di ricrescere. Purtroppo, però, soprattutto quando i fattori lesivi che aggrediscono il fegato lo fanno in modo costante e cronico, senza dare segnali di allarme, e ciò purtroppo accade molto spesso, la crescita del fegato può essere anomala e dare luogo a grosse cicatrici che sconvolgono tutta l'anatomia e la circolazione del fegato, dando luogo a quella che viene chiamata cirrosi (vedi Fig.2).
I principali fattori lesivi per il fegato o epatolesivi, come si dice in termini tecnici sono:
Agenti infettivi (ad esempio: virus, batteri, parassiti), principalmente virus che sono di solito chiamati con le lettere dell'alfabeto (A, B, C, D, E, F, G);
Sostanze tossiche (ad esempio: farmaci, alcool, sostanze chimiche);
Patologie di altri organi (ad esempio: cardiopatie, malattie metaboliche, tumori).
In Italia i fattori più importanti fra tutti questi sono costituiti dalle infezioni virali (soprattutto il virus C) e dall'alcool sia per la frequenza che per la gravità dei danni prodotti.
Uno studio fatto dal Fondo per lo Studio delle Malattie del Fegato (il progetto Dionysos), svolto a Campogalliano (provincia di Modena) e di Cormons (provincia di Gorizia) ha permesso di scoprire come circa il 20% della popolazione generale italiana ha sintomi e/o segni (le famose transaminasi alterate) di un danno epatico, per fortuna modesto. Ciò è dovuto per fortuna solo in parte al virus C ed all'abuso alcolico, per gran parte invece alle cattive abitudini alimentari ed al consumo di cibi troppo grassi. Circa l'1% della popolazione esaminata ha una malattia seria quale la cirrosi. Ciò vuol dire che in uno stadio con 50.000 spettatori, circa 500 sono cirrotici. Se poi calcoliamo il numero dei soggetti cirrotici in Italia, esso è di circa 600.000. Ciò indica che le malattie di fegato sono un vero problema sociale su cui poco e male si sta investendo in termini di prevenzione, diagnosi e ricerca. Ma, per fortuna esistono sempre le eccezioni.
In termini generali la ricerca clinica e sperimentale epatologica italiana è senza dubbio leader in campo europeo e internazionale, anche se spesso i nostri ricercatori (giovani o meno), si trovano a combattere Golia con la classica fionda. Ed è questo una delle ragioni per cui da 15 anni la nostra associazione, il Fondo Studi Fegato sta finanziando attività cliniche per gli ammalati di fegato ed i loro parenti e le attività di ricerca clinica e di base più avanzate nel campo delle malattie di fegato. L'impegno è stato ed è molto ma le soddisfazioni scientifiche e umane lo ricompensano abbondantemente. Il Fondo Studi Fegato si è guadagnato un solido rispetto clinico tra i pazienti e scientifico nella comunità internazionale. Ciò grazie all'aiuto di tante persone che hanno voluto dare al Fondo parte del loro tempo e del loro denaro. L'impegno di ognuno di noi è la vera forza della nostra azione.
Fig.1: aspetto anatomico di un fegato normale.
Fig.2: aspetto anatomico di un fegato affetto da cirrosi avanzata.